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Maria grazia gentile - Fisioterapista - Studio Riabilitazione
La Spalla
Tenete sempre in considerazione che il corpo non è composto da parti separate, pertanto ciò che succede sulla spalla a volte può avere origini molto lontane.

Il dolore alla spalla, qualunque sia la diagnosi, è spesso, ad insorgenza notturna, ma accompagnato durante il giorno a difficoltà nel compiere i movimenti anche i più banali come: il pettinarsi, allacciarsi il reggiseno, radersi etc.


Le tecniche Riabilitative, per affrontare il vostro dolore o il trauma che avete subito, sono estremamente delicate e precise.

Esse mirano a ripristinare l’articolarità, togliere il dolore e reimpostare il movimento corretto.

Talvolta il trattamento che effettuo, ad esempio in un paziente con patologia della spalla, mi porta a lavorare su una caviglia bloccata che, nel tempo, si è organizzata in atteggiamenti antalgici andando a creare la patologia nella spalla.

Vi sembra impossibile? Non lo è, vi garantisco!

Esempio: avete mai visto come cammina colui al quale fa male un piede? Osservategli le spalle!! Guardate come si atteggiano e si muovono durante il cammino; capirete ciò che vi sto dicendo.



La spalla è un complesso sistema “sospeso” sul tronco, costituito da tre ossa (scapola – omero – clavicola) che sono in rapporto tra di loro mediante muscoli, tendini e legamenti.

La spalla non è un’unica articolazione, ma il suo movimento è legato da una sincronia perfetta di diverse articolazioni stabilizzate da complessi capsulo legamentosi, e attivate da gruppi muscolari differenti.


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Il braccio è tenuto in sede nella spalla grazie alla vostra cuffia dei rotatori. La cuffia dei rotatori è una rete di quattro muscoli (sopraspinoso, sottospinoso, piccolo rotondo e sottoscapolare) i cui tendini formano un rivestimento attorno alla testa dell’omero. La cuffia dei rotatori unisce l’omero alla scapola e aiuta a sollevare e ruotare il braccio.

C’è un sacchetto di lubrificazione chiamato borsa tra la cuffia dei rotatori e l’osso in cima alla vostra spalla (acromion). Questa borsapermette ai tendini della cuffia dei rotatori di scivolare liberamente quando si sposta il braccio. Quando i tendini della cuffia dei rotatori sono rotti o danneggiati, questa borsa può diventare infiammata e dolorosa (borsite subacromiale).

L’articolazione gleno-omerale possiede la particolarità di lavorare sospesa nel vuoto ed è costituita dall’estremità sferoidale della testa omerale che ruota su una superficie della scapola, detta glena, consentendo al braccio di compiere una rotazione vicina ai 360° nello spazio.

L’articolazione acromion-claveare è formata dall’estremità della clavicola e da una parte della scapola chiamata acromion; le due ossa si affrontano mantenendo il reciproco rapporto mediante una spessa capsula e robusti legamenti tesi fra di loro.

Queste articolazioni, racchiuse da capsule fibrose, sono stabilizzate da un apparato legamentoso e muscolare assai complesso che garantisce alla spalla un ampio raggio di movimento nello spazio ed una potente e sicura leva articolare. Il complesso muscolare, che consente la rotazione del braccio e la sua elevazione, è indicata come cuffia dei rotatori, cui è sinergico il muscolo deltoide.

Dal processo coracoideo – anch’esso parte della scapola – origina il capo breve del bicipite. La testa dell’omero e la cavità glenoidea con i legamenti gleno-omerali costituiscono l’articolazione gleno-omerale che è la più mobile del corpo. In definitiva la spalla è l’espressione dei movimenti coordinati di più articolazioni: la gleno-omerale, la scapolo-toracica, l’acromion-claveare e la pseudo articolazione sub-acromiale.

Tra l’acromion e la cuffia dei rotatori è presente una borsa “ammortizzatore” che svolge una funzione di cuscinetto tra i tendini e l’osso sovrastante ( borsa subacromiale). Questa piccola sacca può facilmente infiammarsi.

L’esecuzione dei movimenti della spalla, effettuati sotto sforzo, in presenza di abitudini e atteggiamenti sbagliati protratti per lunghi periodi di tempo danno origine alle varie patologie. Esse con l’avanzare dell’età e con attività fisica ripetitiva: pallavolo, baschet, tennis, golf, lavori pesanti sono la causa dei problemi più comuni che colpiscono questa articolazione.

Quindi, ogni qualvolta il braccio compie un movimento ripetitivo, in tensione , automatico e sotto sforzo, la cuffia dei rotatori e la borsa dell’articolazione della spalla subiscono una compressione. Con il passare degli anni, la troppa frizione esercitata porta al logoramento della struttura legamentosa e/o articolare.

L’infiammazione della borsa subacromiale è chiamata borsite, quella della cuffia dei rotatori o del tendine del bicipite è chiamata tendinite.

La degenerazione dei tendini rotatori può indurre un’ulcerazione ed alla fine una lesione.



Le principali patologie della spalla:


1. Capsulite adesiva

È questa forse la patologia più frequente a carico della spalla, può manifestarsi dopo un trauma anche di scarsa rilevanza, a volte insorge spontaneamente

Si manifesta inizialmente con dolore a carico della spalla che aumenta durante la notte. Nelle settimane successive una evidente difficoltà ad alzare e ruotare il braccio è il sintomo che caratterizza questa patologia.

Tendenzialmente i pazienti affetti da capsulite guariscono spontaneamente in 7/8 mesi ma un trattamento corretto di Riabilitazione rende più agevole e rapida la guarigione di questa patologia estremamente invalidante che interessa soprattutto le donne giovani o relativamente giovani sottoposte a stress soprattutto di tipo emozionale.


2 Periartrite Scapolo Omerale

è una malattia infiammatoria della spalla che coinvolge i tessuti di natura fibrosa, che circondano l’articolazione: tendini, borse sierose e tessuto connettivo. Questi appaiono alterati e possono frammentarsi e calcificare. Le borse sierose diventano edematose e infiammate.

In caso di un trauma, il blocco della mobilità avviene, chiaramente, all’improvviso con infiammazione acuta e gonfiore, accompagnati da dolori acuti. ?Tuttavia, il dolore alla spalla è, spesso, ad insorgenza notturna, accompagnato con difficoltà a compiere i movimenti anche i più banali come: il pettinarsi, allacciarsi il reggiseno, radersi etc. Con il tempo si possono formare aderenze fibrose, che portano al blocco quasi totale, se trascurata, dell’articolazione.

Può essere causata da turbe neurovascolari, nutrizionali e fattori tossici; anche fattori genetici predisponenti come le displasie scheletriche, quali acromion unciforme o curvo, alterata lateralizzazione dell’apofisi del processo coracoideo della scapola.

Alterazione della statica e della postura (ipercifosi dorsale, rigidità del cingolo scapolo-omerale) possono portare ad alterazioni capsule-legamentose fino all’artrosi di spalla.


3. Lesione della cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è costituita da quattro tendini che avvolgono la testa dell’omero e ne permettono il movimento.


Per lesione di cuffia si intende rottura di uno o più tendini della stessa che avviene comunemente per ragioni traumatiche o degenerative (date cioè da microtraumi ripetuti).

Queste lesioni non devono essere necessariamente operate, secondo il tipo di attività che si svolge e l’età che si ha, esse possono essere trattate con una Riabilitazione appropriata e personalizzata volta a riequilibrare o sbloccare con manovre manuali appropriate il gesto interessato dal dolore.



La radiografia e la RM servono al medico specialista per integrare le immagini alla storia clinica e all’esame obiettivo. Da questa integrazione deriverà l’indicazione alla riabilitazione o alla chirurgia.



I fattori che influenzeranno questa scelta sono:

– entità del dolore e dell’eventuale limitazione al movimento

– età

– tipologia di lavoro e sport

– arto se dominante o non dominante

– caratteristiche della lesione (informazioni derivanti dalla corretta interpretazione della Rx e RM)

– aspettative del paziente

– possibilità Riabilitative

– “compliance” (disponibilità) alla guarigione del paziente e supporto familiare.


Nella Riabilitazione di questa patologia io aiuto tutti coloro che si rivolgono a me sia prima che dopo l’eventuale intervento. Lo faccio dal momento che spesso passa del tempo prima che le persone effettuino l’intervento e questo aiuta il post-operatorio. Non pensate che sia inutile, non lo è! Pensate ad alleviare il vostro dolore! Non ci sono solo i farmaci, le infiltrazioni, o gli apparecchi di fisioterapia!





4. Instabilità

Le instabilità possono essere dovute a fattori costituzionali (lassità dei legamenti) spesso localizzata in tutto il corpo o ad eventi traumatici.

Discriminare tra il trattamento conservativo (Riabilitazione) ed eventualmente quello chirurgico è compito dello specialista dedicato alla patologia della spalla.

Tendenzialmente dopo il primo episodio di lussazione gleno-omerale traumatico o atramautica si tende a non operare i pazienti, ma vengono indirizzati verso un trattamento riabilitativo che verrà ben descritto nei paragrafi seguenti. A questa indicazione comunque esistono delle eccezioni in modo particolare per i giovani professionisti dediti a sport del lancio o in cui la spalla può essere vittima di nuovi traumi importanti, od eventualmente in quelle lesioni in cui alla sofferenza legamentosa si associ una frattura a carico delle strutture ossee-cartilaginee.


Normalmente dopo il primo episodio di lussazione, il braccio deve essere immobilizzato con un tutore per 20 -25.

Il trattamento Riabilitativo conservativo è mirato a un riequilibrio della postura e dei muscoli scapolo-toracici e a un cauto progressivo recupero dell’articolarità che avviene prima passivamente e poi attivamente, sempre sotto la soglia del dolore.


5. Fratture

Eventuali traumi dell’arto superiore possono manifestarsi con delle lesioni dei segmenti ossei.

La clavicola, la testa dell’omero, e più raramente la scapola sono interessate in seguito a traumi a media e alta energia. Un corretto esame radiografico e il giudizio di uno specialista potranno discriminare tra quelle che sono le fratture che meritano un trattamento conservativo ovvero una immobilizzazione per circa 30 giorni e quindi un trattamento riabilitativo specifico successivo o un eventuale trattamento chirurgico. In linea di massima quando si ha una scomposizione importante ( con scomposizione intendiamo l’allontanamento di 2 o più frammenti ossei), il trattamento tendenzialmente è chirurgico.


Nel trattamento conservativo, il paziente si immolizza con un tutore o con delle fasciature specifiche e si fanno controlli radiografici ogni 15 giorni per verificare l’evoluzione dei processi di guarigione ( callo osseo delle strutture lesionate).

Quando l’ortopedico riterrà opportuno si può iniziare un trattamento di Riabilitazione che è molto simile e sovrapponibile a quello per le instabilità di spalla; controllo neuromuscolare della scapolo-toracica e cauto e progressivo ripristino dell’articolarità prima passiva e poi attiva.


6. Rigidità articolare

All’inizio la causa è una contrattura di difesa, magari dopo un trauma o per abitudine; spesso si verifica il segno della “alzata delle spalle”, nella quale la persona ha imparato ad usare la parte superiore bloccata per alzare il braccio; in questo modo la cuffia dei rotatori non riesce a deprimere la testa dell’omero in modo efficace. In seguito si sviluppano dei fenomeni aderenziali che in associazione alla contrattura muscolare determinano un’ineluttabile improvvisa e non reversibile diminuzione del range articolare.

Possiamo dire che la rigidità può essere occultata dal movimento dell’articolazione scapolo-toracica che può far credere, all’occhio meno esperto, un certo grado di motilità (ma che in termini reali ed assoluti non esiste) della spalla.



7. Artrosi

parliamo di artrosi gleno-omerale.

Una visita specialistica e indagini strumentali mirate sono alla base per l’impostazione del trattamento conservativo (non chirurgico) di questa patologia che si può avvalere di:

Trattamento riabilitativo-fisioterapico

Trattamento infiltrativo (acido ialuronico, competenza del medico).


Nel percorso Riabilitativo utilizzato in presenza di questa patologia, il mio intento più che mai, mira a ripristinare l’intero sistema posturale. Quando si arriva ad avere una patologia così grave nell’ articolazione della spalla, si deve pensare che, anche se il soggetto è giovane e apparentemente non presenta ulteriori problematiche, altre stutture articolari sono compromesse. Bisogna cercare e trattare.

E’ necessario che la persona si prenda cura di sé stessa, che cambi stile di vita, che impari ad usare l’intero arto in modo fisiologico e funzionale, e io lo insegno loro.

A meno che non ci sia stato un trauma o una malformazione congenita, la maggioranza delle patologie elencate non si sono formate “ per caso”!





A proposito della Riabilitazione


Le tecniche di Riabilitazione che io utilizzo possono essere impiegate sia per forme acute della patologia, che in quelle croniche.?Non uso nessun tipo di farmaco né apparecchiatura e il mio intento è quello di ristabilire la mobilità dei diversi sistemi articolari e migliorare la loro integrazione e regolazione, aumentando la capacità del corpo di ripristinare il suo equilibrio.

Con il sapiente e delicato lavoro delle mie mani ,l’articolazione riprende il suo naturale movimento in tempi ridotti, liberando così il paziente dal feroce dolore che lo accompagnava da tempo, o dalla immobilità del gesso; il tutto seguito da esercizi condotti a casa da soli.?? La mia tecnica riabilitativa, in queste manifestazioni patologiche, dà un risultato spettacolare confermandone così l’efficacia.?

Vi?faccio presente che il dolore alla spalla può anche essere causato da problemi all’addome ed al torace.


Ricordate: il corpo non è fatto “di pezzi”!


Presso il nostro studio di Fisioterapia e Riabilitazione di Maria Grazia Gentile, Narni Scalo e Viterbo troverete aiuto. Contattateci anche per informazioni




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