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Maria grazia gentile - Fisioterapista - Studio Riabilitazione

LA VISTA DEI BAMBINI

Scritto da: Maria Grazia Gentile Il: 09/01/2015
COME SI SVILUPPA

E’ noto che la funzione visiva non è innata nel bambino bensì si forma, matura e si sviluppa man mano nei primi anni di vita.
Fino a qualche anno fà si pensava che, alla nascita, i bambini non potessero vedere niente e percepissero solo la luce e il buio.
Oggi si sa che il neonato riesce a mettere a fuoco una distanza di circa 20-25 centimetri ed una vista particolarmente adeguata alle sue esigenze.
E’ giusto la distanza tra lui e il seno della mamma quando lo nutre e stabilisce con lui il suo primo importantissimo rapporto d’amore.Nel primo mese di vita se guarda lontano tutto è confuso.
I suoi occhi non hanno ancora la capacità di focalizzare un oggetto a grande distanza, non lavorano all’unisono e può capitare che uno ruoti fuori dalla linea dell’altro provocando il cosiddetto “strabismo neonatale”: questo fenomeno però non deve preoccupare, perché scompare nelle successive settimane di vita, quando si sviluppa la prima visione binoculare e si rafforzano i muscoli che muovono e coordinano l’orientamento degli occhi.In questo periodo il bimbo viene attirato dalle forme in movimento, dalle linee curve che appartengono al volto e al corpo della mamma, ama gli oggetti grandi e la luce.
Il neonato dunque vede bene ciò che ha bisogno di vedere e schiva la confusione che gli deriverebbe dal vedere cose che non avrebbero importanza per lui nei primi giorni di vita !

La cosa più importante è stabilire un solido contatto visivo con la madre ed è per questo che la mamma che porta gli occhiali, dovrebbe guardare il proprio bambino senza portarli …proprio affinché non ci sia nulla che si frappone tra le sue emozioni e quelle del suo bambino poiché fin dall’inizio deve avere un contatto visivo con la propria madre, uno sguardo che dà origine al profondo legame affettivo che si crea tra i due fin dal primo momento di vita.Per favorire lo sviluppo della facoltà visiva, la mamma può stimolare il piccolo quando lo allatta al seno o lo tiene in braccio, rivolgendo i suoi occhi verso quelli del piccolo, in questo modo viene a strutturarsi un gioco di sguardi essenziale oltre che per la vista per stimolare lo sviluppo mentale e affettivo.A due – tre mesi la capacità visiva del neonato aumenta molto rapidamente e il suo campo visivo si estende a 30-40 centimetri anche per una migliore mobilità della testa.Ora esplora con gli occhi lo spazio che lo circonda, sia persone che cose in movimento, è attratto dalle tinte forti come il rosso, il blu e il verde e dalle luci intense.
Ora è in grado di distinguere forme diverse e la coordinazione dei movimenti di entrambi gli occhi diventa sempre più stabile.
A quattro – sei mesi gli occhi del bambino sono a metà del loro sviluppo.
La visione dei colori è simile a quella degli adulti, riesce a vedere bene nel raggio di parecchi metri intorno a sé; migliorano le sue capacità di coordinare vista e movimento, riesce a seguire con gli occhi gli oggetti in movimento, inizia ad afferrare gli oggetti e passa molto tempo ad osservarli tra le sue mani.Riconosce perfettamente il viso dei genitori e dei familiari e sa distinguere anche le loro diverse espressioni.A sette mesi – un anno il bambino acquisisce la padronanza dei movimenti oculari e per questo analizza sempre più da vicino gli oggetti, esplorandoli con attenzione nei dettagli. Il passaggio dalla posizione sdraiata a quella seduta, dal muoversi strisciando sul ventre al gattonare e infine al raggiungimento della posizione eretta, gli consentono di migliorare le sue capacità di apprendimento grazie proprio alle aumentate competenze visive. A un anno le immagini gli appaiono con i contorni ben delineati e i colori ben definiti.Da due ai sei anni il bambino perfeziona la capacità di localizzare e mettere a fuoco i particolari delle cose e comincia ad indicare le cose lontane anche se parecchio distanti da lui e di piccole dimensioni.
Muovendosi e camminando sempre più agevolmente, sviluppa sempre meglio la percezione visiva dello spazio. Intorno ai tre, quattro anni si sviluppa la capacità di riuscire a dissociare i movimenti degli occhi da quelli della testa.A sei anni, il processo di maturazione dell’occhio sarà completato e il bambino avrà la capacità di vedere bene i dieci decimi.
Cosa possiamo fare per aiutare il nostro bambino ad avere sempre una buona vista?Poiché le statistiche attuali rivelano una crescita allarmante nel numero di bambini con problemi visivi è il caso di chiedersi cosa si sta facendo e cosa si potrebbe fare.Oggi i bambini passano troppo tempo davanti al computer e alla televisione e troppo poco tempo a manipolare giocattoli, a correre, a usare l’immaginazione e la fantasia.Il mondo della televisione fornisce ai bambini argomenti pronti, come i cibi precotti e preconfezionati che non contengono l’energia di chi li ha prodotti e preparati con amore bensì la fredda preparazione industriale.La sedentarietà provoca problemi di coordinazione occhio-mano e disturba la fusione tra i due occhi nel periodo formativo. Inoltre tale stile di vita che limita i rapporti e il dialogo con la famiglia e le proprie emozioni porta alla soppressione delle stesse e delle sensazioni naturali causando tensioni muscolari croniche che si riflettono anche sui sei muscoli degli occhi.
La tensione dei sei muscoli oculari crea una “armatura muscolare” che finisce col distorcere tutte le percezioni visive. A questo punto trovo interessante citare l’oftalmologo americano Gesell di cui mi piace riportare quanto segue:"La visione umana presenta una complessità paragonabile a quella della parola e passa attraverso fasi di sviluppo che possono esserle paragonate.
Inoltre la visione non è una funzione separata e isolata, ma è profondamente integrata con tutto il sistema d’azione del bambino: postura,, abilità e coordinazione manuale, intelligenza e persino personalità. Insomma la visione è così intimamente integrata con il bambino nella sua totalità, che non possiamo comprenderne l’economia e l’igiene senza studiare il bambino nel suo insieme."(Gesell Univ. Yale)
Oggi più che mai queste affermazioni sono valide.
Autrice Janet Goodrich
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